La prima attività di Domenico Alfani a Perugia si intreccia con quella del giovane Raffaello che compare in città nel 1503. A testimonianza della loro amicizia, il foglio autografo del Sanzio conservato nella collezione Wicar del Palais des Beaux Arts di Lille e indirizzato al giovane «menecho». In questa sede si propone una nuova lettura del testo con l’identificazione di un corrispondente perugino di Raffaello che la critica non ha mai registrato. Nel suo appunto, in un passo, Raffaello scrive: Recordo a voi menecho che me mandiate le istramboti de riciardo di quella tenpesta che ebbe indando i uno viagio». La critica ha sempre identificato il «riciardo» citato come Ricciardetto, il personaggio del canto XX del Morgante di Luigi Pulci ma, in questa sede, si propone di riconoscervi Riccardo Bartolini (Perugia, seconda metà del XV secolo – Perugia (?) 1529), intellettuale e letterato molto noto a Perugia in quegli anni, personaggio di spicco della politica e della cultura perugina e professore presso l’Ateneo umbro. La produzione letteraria del Bartolini, attenta ai modelli omerici e virgiliani, si fregia di testi che all’epoca beneficiarono di un discreto successo, tra i quali spiccano l’Odeoporicon, pubblicato a Vienna nel 1515, e gli Austriados libri del 1516. In questa sede si propone di identificare negli «istramboti de riciardo» le descrizioni di tempeste e naufragi con le quali il Bartolini commenta nell’Odoeporicon il suo periglioso viaggio diplomatico in nord Europa al seguito dello zio, Mariano Bartolini, docente di diritto civile, diplomatico per i Baglioni e uditore di Rota sotto Giulio II. Inoltre, si propone di identificare la «predicha» che Raffaello fa chiedere all’orafo Cesare del Roscetto, con la Predica d’Amore che costui poteva ben conoscere, quella scritta da Marco Rosiglia, personaggio ancora oggi poco conosciuto, attivo a Foligno e in rapporto con la corte di Urbino. Il disegno autografo di Raffaello visibile sul recto del foglio risulta fondamentale per studiare la gestazione della Sacra Famiglia con i Santi Anna, Gioacchino e Giovannino licenziata dall’Alfani per la chiesa perugina del Carmine che deve essere datata 1510-1511. Viene provato che la pala fu realizzata dal solo Domenico Alfani senza l’aiuto di quell’Anselmo che la critica ha sempre ipotizzato come coautore e che, di fatto, non esiste. La sistemazione cronologica del catalogo dell’Alfani dei primi anni permette di escludere che possa essere stato l’autore della cimasa del Trasporto Baglioni.

Per una nuova lettura del foglio di Lille di Raffaello e una chiosa su Domenico Alfani / Zalabra, Federica. - In: BOLLETTINO D'ARTE. - ISSN 0394-4573. - 30:VII(2016), pp. 61-70.

Per una nuova lettura del foglio di Lille di Raffaello e una chiosa su Domenico Alfani

Zalabra, Federica
2016

Abstract

La prima attività di Domenico Alfani a Perugia si intreccia con quella del giovane Raffaello che compare in città nel 1503. A testimonianza della loro amicizia, il foglio autografo del Sanzio conservato nella collezione Wicar del Palais des Beaux Arts di Lille e indirizzato al giovane «menecho». In questa sede si propone una nuova lettura del testo con l’identificazione di un corrispondente perugino di Raffaello che la critica non ha mai registrato. Nel suo appunto, in un passo, Raffaello scrive: Recordo a voi menecho che me mandiate le istramboti de riciardo di quella tenpesta che ebbe indando i uno viagio». La critica ha sempre identificato il «riciardo» citato come Ricciardetto, il personaggio del canto XX del Morgante di Luigi Pulci ma, in questa sede, si propone di riconoscervi Riccardo Bartolini (Perugia, seconda metà del XV secolo – Perugia (?) 1529), intellettuale e letterato molto noto a Perugia in quegli anni, personaggio di spicco della politica e della cultura perugina e professore presso l’Ateneo umbro. La produzione letteraria del Bartolini, attenta ai modelli omerici e virgiliani, si fregia di testi che all’epoca beneficiarono di un discreto successo, tra i quali spiccano l’Odeoporicon, pubblicato a Vienna nel 1515, e gli Austriados libri del 1516. In questa sede si propone di identificare negli «istramboti de riciardo» le descrizioni di tempeste e naufragi con le quali il Bartolini commenta nell’Odoeporicon il suo periglioso viaggio diplomatico in nord Europa al seguito dello zio, Mariano Bartolini, docente di diritto civile, diplomatico per i Baglioni e uditore di Rota sotto Giulio II. Inoltre, si propone di identificare la «predicha» che Raffaello fa chiedere all’orafo Cesare del Roscetto, con la Predica d’Amore che costui poteva ben conoscere, quella scritta da Marco Rosiglia, personaggio ancora oggi poco conosciuto, attivo a Foligno e in rapporto con la corte di Urbino. Il disegno autografo di Raffaello visibile sul recto del foglio risulta fondamentale per studiare la gestazione della Sacra Famiglia con i Santi Anna, Gioacchino e Giovannino licenziata dall’Alfani per la chiesa perugina del Carmine che deve essere datata 1510-1511. Viene provato che la pala fu realizzata dal solo Domenico Alfani senza l’aiuto di quell’Anselmo che la critica ha sempre ipotizzato come coautore e che, di fatto, non esiste. La sistemazione cronologica del catalogo dell’Alfani dei primi anni permette di escludere che possa essere stato l’autore della cimasa del Trasporto Baglioni.
2016
Raffaello; documenti; archivio; Alfani
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Per una nuova lettura del foglio di Lille di Raffaello e una chiosa su Domenico Alfani / Zalabra, Federica. - In: BOLLETTINO D'ARTE. - ISSN 0394-4573. - 30:VII(2016), pp. 61-70.
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